Divieto di balneazione sulla costa romagnola: milioni di persone a rischio salute

La costa romagnola potrebbe subire un’importante battura d’arresto a seguito dell’improvviso divieto di balneazione. 

Conoscete quella orecchiabile canzoncina estiva, che ha superato di gran lunga il mezzo secolo, che ci ricorda le belle e prospere estati italiane degli anni Sessanta contraddistinte dal boom economico? Piero Focaccia, infatti, cantava “per quest’anno non cambiare, stessa spiaggia, stesso mare“. Ecco, quest’anno potrebbe non essere proprio così.

Divieto di balneazione
Fonte: Canva

Se si siete degli habituè della riviera romagnola, quest’estate potrebbe riservarvi una bruttissima sorpresa. Lo sappiamo, stavate aspettando le ferie e un po’ di meritato relax più dell’accredito dello stipendio ogni mese sul conto corrente, eppure in questo caso potrebbe essere a rischio addirittura la vostra salute. Sono in corso, infatti, delle indagini da parte dell’Arpae – Agenzia regionale per la prevenzione, l’ambiente e l’energia – per capire come sta l’Adriatico.

Malgrado l’emergenza siccità nel Nord Italia, è stata riscontrata un’anomalia davvero grave che potrebbe avere delle ripercussioni per tutta la stagione estiva, mettendo in ginocchio la fiorente e ben collaudata economia della riviera romagnola, ovvero uno dei pochi siti in Italia che offre e garantisce una varietà di servizi ottimali, dalla ristorazione al divertimento più sfrenato.

Livelli anomali nelle acque dell’Adriatico: è divieto di balneazione per la riviera romagnola

Giovedì scorso l’Arpae ha emesso un divieto di balneazione temporanea in 28 punti della riviera romagnola. Le analisi condotte dall’Agenzia regionale, infatti, hanno evidenziato un’elevata e anomala concentrazione del batterio Escherichia coli nelle acque dell’Adriatico. Non si tratta di un batterio aggressivo, tuttavia può causare infezioni fastidiose soprattutto al tratto digerente e alle vie urinarie.

Rimini
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Il divieto riguarda soprattutto il Comune di Rimini, con ben 26 tratti di spiaggia al momento impraticabili, come Rimini, Riccione e Cattolica. Gli altri due punti incriminati, invece, sono le località di  oro in provincia di Ferrara e Pinarella di Cervia. Ma come è possibile che si sia registrata una così elevata concentrazione di Escherichia Coli? A risponderci è direttamente l’Agenzia.

Per l’Arpae infatti si tratta di un “insieme di eccezionali condizioni meteorologiche che, sommandosi, possono aver avuto un effetto particolarmente impattante sulla composizione delle acque marine”, si legge nella nota. Per farla breve, tra siccità e temperatura marina fissa o addirittura superiore ai 30 gradi, il batterio Escherichia coli ha avuto la possibilità di proliferare in piena libertà.

Tuttavia, il Comune di Rimini la pensa in maniera differente. L’amministrazione comunale ha condotto – nello stesso giorno e negli stessi punti – delle indagini autonome e parallele che smentiscono in toto i risultati dell’Arpae, parlando di valori ben sotto la norma. Proprio per questo, pare che ben presto tutti e 28 i divieti verranno ben presto revocati dai vari comuni impattati. L’Agenzia, infatti, forse sotto pressione della giunta comunale, ha effettuato delle analisi aggiuntive che hanno fatto rientrare l’allarme Escherichia coli entro i limiti fissati dalla legge.

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