Caso Diana Pifferi: nuovi riscontri sulla morte della piccola, la madre rimane in carcere

Niente potrà riportare indietro la piccola Diana Pifferi, morta a soli 18 mesi di vita. La madre, artefice del gesto, è sotto perizia, e le indagini proseguono per capire l’origine del caso. Ecco gli ultimi aggiornamenti.

L’intera Penisola è con il fiato sospeso e l’amaro in bocca, chiunque esige di sapere il perché del gesto, e cosa è davvero accaduto a Diana Pifferi. Morire così giovani non è comprensibile alla mente umana, specialmente perché è stata la madre, Alessia, colei che avrebbe dovuto prendersi cura della piccola di casa.

Diana Pifferi aggiornamenti
fonte: Foto di lisa runnels da Pixabay

Invece, Alessia Pifferi ha preferito lasciarsi indietro la figlia, scegliendo, perché ha scelto, sei giorni di vacanza ai suoi doveri di madre. Un biberon di latte e niente di più, questo l’unico oggetto rinvenuto accanto al corpo esanime della bambina.

Un’azione disumana che avrà delle conseguenze, ma per esser tali, le indagini vertono attorno la mente della donna. Quanto emerso potrebbe davvero modificare l’evoluzione del caso.

Autopsia sul corpo di Diana Pifferi: prossimamente esame tossicologico

Il primo tassello che racconta la vicenda è che: non c’è una causa di morte specifica. Quindi, da qui i medici comprendono che la piccola sia morta di stenti, ciò che bisogna comprendere è come si sia evoluta la vicenda, e dalle analisi comprendere quale sostanza possa essere stata ingerita da Diana.

Diana Pifferi madre Alessia analisi psicologica
fonte: https://www.instagram.com/zonaf_noticias/

Per ben sei giorni nessun vicino ha sentito la bambina piangere, per cui nelle indagini si constata che probabilmente la madre possa averle fatto ingerire del benzodiazepine nel latte. Si tratta di un potente sedativo e ansiolitico somministrato agli adulti, non una bambina di 18 mesi.

L’ultima goccia di latte determinerà le sorti di una donna già condannata dall’opinione pubblica. Qualora risultasse la presenza del farmaco, la condanna sarebbe per dolo pieno e premeditazione. Condizioni che aggravano la condizione della donna.

Per Alessia i suoi legali, Luca D’Auria e Solange Marchignoli, hanno richiesto di fare analisi più approfondite, una perizia neuroscientifica e psichiatrica, per capire il perché di un gesto così abominevole.

Il padre non è menzionato, poiché la madre non ha riferito né alla polizia né al diretto interessato chi sia. Mentre l’ex marito è un uomo semplice, ma dalla cui separazione la donna sembrerebbe esserne uscita distrutta, soprattutto cambiata. Da dopo il divorzio si è dedicata solo a sé stessa, dimenticando di avere una figlia. In attesa dei fatidici esami tossicologici, la Pifferi rimane in carcere.

Impostazioni privacy